Immersioni subacquee con l’asma: è possibile?

Rispondono il Dott. Pasquale Longobardi e il Dott. Paolo Della Torre

Laureati in Medicina e Chirurgia, con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee all’Università G. d’Annunzio di Chieti.

medici subacquei Longobardi e Della Torre

L’ Asma viene definita come malattia infiammatoria cronica della vie aeree caratterizzata da episodi ricorrenti di dispnea, tosse, respiro sibilante; durante le crisi si verificano ostruzione (di solito reversibile) e iperreattività bronchiale come risposta a diversi stimoli, quali sforzi fisici, stress, aria fredda, nebbia o fumo, inalazione di pollini.

La comparsa di asma in immersione è un evento che va assolutamente evitato perché in grado di provocare diminuzione del flusso espiratorio, broncostruzione, intrappolamento del gas ed aumento del lavoro respiratorio. Durante una immersione tutto ciò potrebbe avere conseguenze drammatiche per sovradistensione polmonare, lacerazione degli alveoli, Embolia Gassosa Arteriosa (EGA) con passaggio dell’aria dal polmone nel circolo sanguigno (è l’evenienza più grave e drammatica) e, infine, sindrome da sommersione con arresto cardiocircolatorio.

Queste considerazioni hanno reso, per anni, l’asma una controindicazione assoluta all’attività subacquea. Attualmente (2019) in caso di asma pregresso o in corso si verifica la congrua compensazione delle vie respiratorie distali in modo da evitare possibili intrappolamenti di gas, pericolosi durante la risalita.

Presso il Centro Iperbarico di Ravenna viene eseguito il test di controllo dell’asma: l’immersione è possibile per un valore prossimo a 25. In tal caso si istruisce il subacqueo al fine di ridurre le condizioni che in immersione possano indurre asma scatenato da freddo, sforzi o stress emotivi. Viene raccomandato di respirare l’aria compressa nelle bombole, attraverso l’erogatore, in superficie prima dell’immersione, al fine di verificare che – in condizioni di sicurezza – non vi sia intolleranza. Nei casi dubbi, il Centro Iperbarico di Ravenna si avvale di due bravi pneumologi, il dottor Umberto Priolo (che visita presso il Centro in Ravenna) e il professore Renato Prediletto che riceve presso la Fondazione "Gabriele Monasterio" - Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) in Pisa.

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Il Centro Iperbarico di Ravenna è una struttura sanitaria privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Siamo specializzati nella cura di patologie trattabili con la somministrazione di ossigeno in camera iperbarica e nel trattamento di ferite che non si chiudono con trattamenti tradizionali (ferite difficili).