Blog Centro Iperbarico di Ravenna

Spondilodiscite: l’OTI può essere d’aiuto

Scritto da Redazione Centro Iperbarico di Ravenna il 27/ 08/ 2020

La Dott.ssa Fabiana Perreca ci parla della spondilodiscite, una delle patologie che vengono trattate al Centro Iperbarico di Ravenna.

Che cos’è la spondilodiscite?

La spondilodiscite è una patologia a carico del disco intervertebrale e del tessuto osseo adiacente, che può colpire qualsiasi segmento della colonna vertebrale, ma mostra una netta prevalenza per la zona lombare (60-70%). Si tratta per lo più di una malattia infettiva, in cui i batteri rappresentano la causa principale della patologia (S. Aureus, Streptococchi, E. coli, Pseudomonas, Enterococchi, M. Tubercolosis, Brucella, Salmonella, ecc.), mentre miceti e parassiti si ritrovano solo in una minoranza dei casi. Tale infezione si diffonde soprattutto per via ematica, a partire da ascessi in altre sedi, foruncoli, granulomi o, per contiguità, in caso d'interventi sui dischi intervertebrali. Talora le cause scatenanti possono essere anche sepsi, dialisi o cateterizzazione.

Si tratta di una patologia rara (colpisce 2.4 individui ogni 100.000 persone) e risulta essere più frequente nei maschi con età maggiore di 50 anni. Fattori di rischio della patologia sono età, fumo, ipertensione arteriosa, neoplasie, epatite, alcolismo, malattie reumatiche, immunodepressione, diabete mellito, dialisi, obesità.

La diagnosi è data dal riscontro della triade sintomatologica: febbre, dolore e deficit neurologici; dall’alterazione degli indici di flogosi (VES, PCR, fibrinogeno); da evidenze alla TC/RM di alterazioni compatibili; dalla biopsia del tessuto osseo e del disco intervertebrale che dà la conferma microbiologica attraverso l’isolamento del patogeno.

Come viene trattata e com’è inserito questo percorso all’interno dell’attività del Centro Iperbarico di Ravenna?

Il percorso terapeutico del Centro Iperbarico di Ravenna per le spondilodisciti prevede:

  • Intervento chirurgico, nel caso in cui ci fosse evidenza di danno neurologico e l’indicazione a eventuale debridement/decompressione delle strutture nervose interessate/stabilizzazione spinale
  • Riposo e immobilizzazione con il busto/corsetto per ridurre lo stress a carico del segmento osseo
  • Terapia antibiotica per via endovenosa/orale
  • Ossigenoterapia Iperbarica (OTI) per favorire la detersione del focolaio settico (con azione batteriostatica/battericida a seconda del batterio implicato e potenziando il killing batterico ossidativo dei neutrofili) e il riassorbimento dell’edema, inibendo il processo infiammatorio cronico (impedendo così la diapedesi dei leucociti). L’OTI, inoltre, stimola la formazione di nuovi vasi sanguigni e l’attività degli osteoclasti e, in un secondo momento, quella degli osteoblasti per la formazione di nuovo osso.
  • Riabilitazione in acqua/fisioterapia per mantenere attivo il tono muscolare
  • Terapia antalgica (neuralterapia, terapia con cannabinoidi)
  • Immunoterapia aspecifica in caso di determinati microrganismi patogeni

Quali sono le aspettative o la percentuale di guarigione o miglioramento con il percorso del Centro Iperbarico di Ravenna?

Seguendo il percorso è possibile vedere miglioramenti già entro due mesi, soprattutto se la diagnosi è fatta tempestivamente. Laddove la diagnosi dovesse essere posta tardivamente (dopo 8 settimane dall’inizio dei primi sintomi) si ha una maggiore probabilità di avere complicanze a lungo termine, per le quali la terapia migliore è rappresentata dalla neuroriabilitazione.

Per saperne di più sulle altre patologie trattabili con Ossigenoterapia Iperbarica, potete cliccare qui:

Vai alla sezione Ossigenoterapia Iperbarica

Condividi: