Vista la stagione di ferie (per alcuni!) torniamo a parlare di immersioni e di ciò che bisognerebbe tenere a mente affinché vada tutto per il meglio, senza incorrere in spiacevoli incidenti.
Sempre più persone negli ultimi anni si sono avvicinate agli sport subacquei, anche grazie alla maggior informazione e sicurezza sul campo. Sono diminuite, infatti, le patologie da decompressione (PDD), ma gli incidenti all’orecchio al contrario sono aumentati, come può confermare la maggior parte di coloro che effettua immersioni.
Dei problemi all’orecchio che possono insorgere con un’immersione avevamo già parlato con il post “Consigli per i sub: compensare”.
A riguardo ci sembra interessante segnalare il libro di Leonardo D’Imporzano “L’orecchio del subacqueo” in cui l’apneista si propone di dare le informazioni necessarie affinché ogni subacqueo conosca le caratteristiche anatomiche e fisiologiche del proprio orecchio, l’interazione tra orecchio, acqua e pressione; le patologie più frequenti, i modi per evitarle e le corrette azioni di primo soccorso.
I danni all’orecchio sono frequenti e possono avvenire anche in pochi metri d’acqua e rovinare così immersione e vacanza. (Cerchiamo di evitare!)
Il messaggio che il Dottor Longobardi e Leonardo D’Imporzano vogliono far passare è che l’orecchio è uno strumento decisivo per l’immersione subacquea perché permette di destreggiarsi in profondità e captare anche piccole variazioni di quota, è un sensore di posizione indispensabile per operare in un ambiente così differente da quello al quale siamo abituati e che ci consente inoltre di cogliere i rumori che ci circondano anche in acqua.
Anche a voi è capitato qualche incidente del genere durante le immersioni? Come avete affrontato la problematica?
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