Questa è la storia di Letizia, una signora di 87 anni che frequenta il nostro Centro Cura Ferite Difficili (CCFD) dal 2010.
Letizia è ormai di casa al Centro, perché purtroppo, più volte ha presentato problemi di ulcere traumatiche e prontamente, ogni volta, senza mai perdersi d’animo, è guarita nonostante tutti i fattori di compromissione che presenta.
L’ulcera da trauma è una ferita aperta causata da traumi meccanici, quali ferite da taglio o punta, o da traumi termici come le ustioni o il congelamento.
Nella maggior parte dei casi si presenta con un danno della pelle a livello superficiale, ma a volte può coinvolgere anche i tessuti profondi. Spesso le lesioni traumatiche sono soggette a infezione e questo dipende sia dal tipo di trauma (oggetto più o meno sporco e modalità con cui è accaduto), sia da diversi fattori correlati alla persona, come ad esempio l’età, la plurimorbidità e di conseguenza la tipologia di farmaci che si assumono.
Per questo motivo, è molto importante la valutazione di professionisti esperti, come quelli del Centro Cura Ferite Difficili (CCFD) del Centro Iperbarico di Ravenna, in quanto può capitare che non sempre sia presente una vera e propria ferita, e che invece si siano formati ematomi, che, a seconda della localizzazione, consistenza ed entità, richiedono il drenaggio e la somministrazione di terapia antibiotica.
Presso il Centro Iperbarico di Ravenna i pazienti affetti da ulcere traumatiche guariscono, in media, in tre mesi dalla prima visita.
La nostra Coordinatrice Infermieristica del Centro Cura Ferite Difficili (CCFD) del Centro Iperbarico di Ravenna, Klarida Hoxha, ha deciso di raccontarci la storia di Letizia, sperando sia di aiuto a molti dei pazienti che si trovano ad affrontare la sua stessa situazione:
Era dal 2016 che andava tutto bene, quando la lesione torna a presentarsi nuovamente a gennaio del 2020. Anche questa volta l’ulcera è causata da un trauma e la situazione locale è di nuovo complicata. La mappatura con il Moleculight, che per noi del Centro è uno strumento fondamentale per il monitoraggio delle ferite e per valutare la loro traiettoria di guarigione, evidenzia che la lesione è grande ben 20.21 cm2. Ci sono alcune zone necrotiche, la pelle attorno è molto infiammata e arrossata e presenta segni di infezione.
I fattori predisponenti che non aiutano Letizia a guarire spontaneamente, oltre all’età, sono molteplici. Letizia è diabetica di tipo II non insulino dipendente in compenso, presenta dislipidemia, ipertensione arteriosa, sovrappeso (BMI 27,9 Kg/m2), pregressa frattura del femore della gamba sinistra con permanenza dei mezzi di sintesi (placca e viti), anemizzazione, IVC (insufficienza venosa cronica) e neuropatia diabetica.
Prima di tutto, le prescriviamo subito una terapia antibiotica per sconfiggere l’infezione che al momento ha la priorità, poi si programmano un ecocolordoppler artero-venoso per identificare ulteriori evoluzioni dal punto di vista circolatorio e gli esami del sangue per un inquadramento generale. Successivamente al controllo, risulta tutto nella norma, considerati comunque l’età e il quadro clinico.
Dal punto di vista locale, l’obiettivo di trattamento è quello di detergere il fondo della lesione dal tessuto non vitale e dal biofilm, di agire come antimicrobico a livello locale, di gestire la quantità di essudato che aumenta quando una lesione è infetta e di non causare dolore durante la permanenza e durante le procedure di rimozione e cambio.
Dopo 4 settimane di trattamento gold standard la lesione migliora e presenta una riduzione dell’88%, con un fondo deterso e granuleggiante.
In questa fase, la medicazione si sceglie per proteggere il tessuto e creare un ambiente caldo-umido che favorisca l’epitelizzazione. Oltre alla medicazione, è fondamentale ricordare che l’arto viene bendato per eseguire una terapia compressiva. L’ecocolordoppler conferma la presenta della IVC nota ed esclude problematiche significanti al circolo arterioso.
Finalmente il primo aprile la paziente viene dimessa: Letizia è guarita!
Il percorso, come da protocollo del Centro Iperbarico di Ravenna, è durato 3 mesi.
Questo è uno dei tanti successi che ci riempiono di soddisfazione personale e professionale e che ci stimolano ogni giorno a dare il massimo nel nostro lavoro. Come ha fatto Letizia, non bisogna mai perdere tempo e rivolgersi subito a professionisti del settore, altrimenti la situazione si cronicizza e può comportare diversi disagi.
Non mancano i consigli post-dimissione come l’utilizzo di creme idonee per la cicatrice, l’uso del gambaletto elastico di mantenimento, il rispetto delle visite di controllo specialistiche e l’attività fisica, per quanto possibile, visto il momento critico che tutti stiamo vivendo.
Facciamo a Letizia un grandissimo “in bocca al lupo” e speriamo, la prossima volta, di rivederci solo per festeggiare insieme la fine di questo periodo difficile.
Hai un caso simile a quello presentato?