Forame Ovale Pervio (PFO). Cos’è e cosa fare?

Rispondono il Dott. Pasquale Longobardi e il Dott. Paolo Della Torre

Laureati in Medicina e Chirurgia, con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee all’Università G. d’Annunzio di Chieti.

medici subacquei Longobardi e Della Torre

Il Forame Ovale Pervio spiega la genesi di gran parte di quelle patologie da decompressione altrimenti dette “immotivate”.

Qualche dato sul Forame Ovale Pervio

  • Il Forame Ovale Pervio, (PFO) statisticamente interessa circa il 25-30% della popolazione adulta, definisce un’anomalia cardiaca in cui i due atri comunicano direttamente tra loro a livello della fossa ovale. Rappresenta la maggiore causa di shunt destra sinistra (travaso di sangue venoso nel sangue arterioso a livello cardiaco o extracardiaco, prevalentemente nel polmone).

  • Normalmente la comunicazione le due cavità atriali, fisiologica durante la vita prenatale, si interrompe al momento della nascita.

  • La presenza di shunt, come in caso di persistenza del forame ovale pervio, quando è dal sangue venoso (destra) verso quello arterioso (sinistra), può consentire il passaggio di bolle che saltando il filtro polmonare, entrano direttamente nel circolo arterioso, con conseguenze variabili.

Le forme cutanee vengono considerate forme minori di patologia da decompressione (il rigonfiamento e il rossore, ad esempio) e sono spesso spia di shunt destra sinistra. In questo caso, è meglio domandarsi se la patologia da decompressione siaè stata “determinata” dal PFO.

La patologia da decompressione cutanea, eventualmente associata con linfedema e la forma vestibolare è significativamente correlata con la presenza di shunt destra sinistra. Cosa fare in questi casi? Leggi l'approfondimento "Quali esami fare per sospetto Shunt?"

Centro-Iperbarico_Favicon

Il Centro Iperbarico di Ravenna è una struttura sanitaria privata accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale. Siamo specializzati nella cura di patologie trattabili con la somministrazione di ossigeno in camera iperbarica e nel trattamento di ferite che non si chiudono con trattamenti tradizionali (ferite difficili).