Doriana ha 29 anni e nella vita ha già dovuto affrontare un grosso problema di salute. All’ età di 23 anni ha scoperto di essere affetta da un linfoma di Hodgkin ma per fortuna è riuscita a sconfiggerlo e oggi, a cinque anni di distanza dalla scomparsa del tumore, può finalmente essere più tranquilla perché la fase critica è superata.
Nel novembre del 2013 però ha avuto una brutta sorpresa: le pesanti cure a cui si è sottoposta per curare il tumore le hanno scatenato, a diversi anni di distanza, un’osteonecrosi bilaterale a carico delle teste femorali.
Ciao Doriana, come hai scoperto l’osteonecrosi?
Per caso, ero in palestra a fare Pilates e ho iniziato ad accusare un dolore a livello inguinale a cui inizialmente non ho dato molto peso. Con il passare del tempo però la gamba mi faceva sempre più male e faticavo a camminare perciò ho deciso di sottopormi a degli esami strumentali di controllo. La risonanza magnetica che ho fatto a febbraio 2014 evidenziava l’osteonecrosi
Una brutta sorpresa. Oppure ne eri preparata?
Davvero una brutta sorpresa, soprattutto dopo aver già affrontato un periodo molto difficile per curare il linfoma e in così giovane età. A dire la verità non me l’aspettavo proprio: so che le cure chemioterapiche possono avere controindicazioni ma ormai speravo di potermi lasciare tutto alle spalle e di non avere più problematiche.
Chi ti ha parlato della terapia iperbarica per curare l’osteonecrosi?
E’ stata mia suocera, appena abbiamo saputo della patologia ha iniziato a fare delle ricerche su internet ed ha trovato un articolo che parlava di questa cura alternativa “a base” di ossigeno. A quel punto mi ha passato le informazioni e ho iniziato io a indagare un po’ online, ho trovato così il blog del Centro Iperbarico di Ravenna. Devo dire che mi sono letta un bel po’ di casi prima di contattarvi e mi sono informata anche presso il reparto di Medicina Iperbarica all’interno di uno degli ospedali della mia città ma mi sono accorta che non erano molto preparati su questa patologia e non avevano un preciso protocollo di riferimento per l’osteonecrosi perciò ho preferito venire a Ravenna, anche se mi sono dovuta trasferire per un mese a 600 km di distanza.
I medici ti avevano parlato della terapia iperbarica?
No, mi avevano suggerito la magnetoterapia che dovrebbe indurre una stimolazione cellulare ma avendo già avuto un linfoma non era il caso di rischiare la riattivazione di possibili cellule maligne latenti. Sembrava non esserci alternativa e invece per fortuna abbiamo scoperto l’ossigeno iperbarico.
Quante sedute di camera iperbarica hai fatto?
Ho finito ieri il mio primo ciclo di 40 sedute, ora devo attendere un paio di mesi prima di effettuare una nuova risonanza magnetica per vedere se è tutto a posto o se dovrò sottopormi ad altre sedute di camera iperbarica. Nel frattempo sto facendo delle iniezioni di bifosfonati che proseguirò fino a ottobre, inoltre al Centro Iperbarico ho fatto nove sedute di osteopatia con il terapista Marco Gaudenzi.
Come ti sei trovata con l’osteopatia?
Molto bene, abbiamo sciolto alcune rigidità muscolari e tensioni a più livelli che sono la conseguenza di una pregressa scoliosi e di una malocclusione dentale. Devo dire che fare la seduta di osteopatia una volta uscita dalla camera iperbarica era molto rilassante.
Ora come stai?
Molto meglio, cammino ancora con le stampelle per non caricare sull’articolazione coxo-femorale e fortunatamente il dolore si è ridotto parecchio. Sono molto fiduciosa, al Centro Iperbarico ho conosciuto tante persone che sono guarite dall’osteonecrosi grazie alla terapia iperbarica perciò non mi resta che incrociare le dita e guardare al futuro con positività.