Emanuel ha 15 anni ed è stato curato al Centro Iperbarico di Ravenna per una necrosi all’osso semilunare del polso (Morbo di Kienbock). Qualche giorno fa lui e i suoi genitori (Anna e Rocco) ci hanno mandato una stupenda lettera di ringraziamento per come lo staff del Centro Iperbarico di Ravenna ha supportato Emanuel nel suo percorso di guarigione.
Li abbiamo quindi raggiunti telefonicamente nella loro città (Marconia, Basilicata) per ringraziarli e abbiamo colto l’occasione per fare qualche domanda ad Emanuel e farci raccontare la sua storia.
Raccontaci cosa è successo Emanuel.
A febbraio dell’anno scorso a scuola un compagno mi fa fatto lo sgambetto e sono caduto a terra schiacciando le braccia con tutto il peso del mio corpo. La caduta è stata brutta e subito ho sentito un forte dolore alle gambe che inizialmente mi aveva preoccupato. Nel corso delle settimane però il dolore è passato e quindi ho ricominciato a tutte le attività che facevo prima, tra cui sport e palestra.
E poi?
Dopo circa un mese ho iniziato a sentire molto male al polso e da subito l’ho ricollegato alla caduta e agli sforzi a cui l’avevo sottoposto, non avendo avuto problemi nelle settimane precedenti. In un primo momento io e i miei genitori abbiamo però pensato ad una slogatura, fino a quando il dolore è diventato così forte da non riuscire più a muovere il polso.
Cosa hai fatto allora? Che tipo di dolore avevi al polso Emanuel?
Facevo sempre più fatica a muoverlo e il problema è aumentato al punto che non riuscivo più a compiere nessuno dei movimenti quotidiani. L’unico modo per piegare la mano era diventato quello di tenere premuto un osso e il disagio era davvero grande.
I miei genitori mi hanno portato da un medico della mia città che mi ha fatto fare tutti gli esami. Subito ho fatto l’ecografia ma non è stata sufficiente per capire esattamente da dove derivasse il problema. Quindi ho fatto i raggi e poi anche la risonanza magnetica. Alla fine di tutti gli esami mi hanno detto che avevo il morbo di Kienbock e mi hanno consigliato di andare a Modena da un dottore specialista in questo tipo di patologia.
Il medico di Modena ci ha quindi consigliato il Centro Iperbarico di Ravenna e ci ha detto che se entro un anno dalla terapia iperbarica non ci fossero stati miglioramenti avrei dovuto rischiare con l’operazione per provare a recuperare le funzioni della mano.
E come sei arrivato al Centro Iperbarico di Ravenna?
Il dottore da cui sono stato a Modena ci ha detto che la terapia iperbarica era l’unica alternativa ad un intervento che però sarebbe stato molto rischioso perché le mie ossa si stanno ancora formando e quindi avrei potuto avere problemi in futuro.
E invece com’è andata?
Per fortuna con la terapia iperbarica ci sono stati molti progressi. Nel corso di qualche mese sono riuscito a piegare il polso con molta più facilità e ora riesco a fare tanti movimenti con la mano che prima non potevo più fare e poi.. non devo più spingermi l’osso!
Sì, però non posso ancora fare tutte le cose che facevo prima come giocare a pallavolo o fare palestra perché c’è ancora rischio che mi faccia male. Comunque tra poco tornerò al Centro Iperbarico di Ravenna per fare qualche altra seduta che mi permetterà di migliorare ancora funzioni della mano.
Spero che presto potrò finalmente sentirmi libero di fare sport e di fare tutto quello che facevo prima senza pensieri e senza dovermi più preoccupare del dolore.
Come ti sei trovato al Centro Iperbarico di Ravenna?
Benissimo! Gli operatori sono sempre stati disponibili e tutto l'ambiente è molto ospitale. Al Centro Iperbarico di Ravenna non ci si può proprio lamentare di niente.
Emanuel era proprio contenuto quando è andato via la scorsa settimana e al Centro Iperbarico faremo tesoro dei bei messaggi che ci ha lasciato! In particolare quello dedicato a Roberto e ai tecnici della camera iperbarica che sino sono guadagnati questa bellissima dedica:
"per Roberto e tutto il gruppo tecnico della camera iperbarica: i genitori di Tornese Emanuel vi ringraziano di cuore per l'umanità e professionalità che mettete nel vostro lavoro. Quei pazienti che il destino vi ha affidato per un periodo siano bambini, giovani o adulti ciò che fate, come lo fate...dimostra che siete veramente persone splendide".
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