Alfonso ha 45 anni e da quasi due anni è uscito dal tunnel della leucemia dopo un trapianto di midollo. Passato questo periodo difficile pensava di poter tornare a una vita serena, ma a maggio di quest’anno ha temuto di dover sottoporsi a un intervento di protesi all'anca. Un’inaspettata ma avanzata osteonecrosi alla testa del femore, effetto collaterale delle terapie per la leucemia, si è fatta viva. Grazie alla camera iperbarica per ora ha scongiurato questo rischio e vuole condividere la sua storia con chi si trova nella stessa situazione.
Alfonso aveva già raccontato la sua testimonianza sul blog del Centro Iperbarico in questo post del 3 ottobre. Chi vuole continuare a seguire la sua storia può leggere il suo blog Nel vero senso della parola
Ciao Alfonso, ti va di raccontarci come hai scoperto di avere un osteonecrosi alla testa del femore?
Il 3 maggio di quest'anno, durante un trasloco, ho iniziato ad accusare dolore all’anca. Subito ho pensato che la causa fosse lo sforzo, ma dopo una settimana di antidolorifici senza miglioramenti mi sono rivolto agli oncologi che mi hanno seguito durante la leucemia: ho fatto una risonanza e la diagnosi è stata di osteonecrosi. La loro reazione mi ha stupito perché sembrava fosse una conseguenza “normale” date le terapie a cui sono stato sottoposto durante la malattia (chemioterapia, radioterapia, cortisone). Purtroppo però nessuno mi ha mai suggerito di fare controlli per questo tipo di problema: se l’avessi presa a uno stadio meno avanzato sarebbe stato più semplice curarla.
Come sei arrivato al Centro Iperbarico di Ravenna?
Oncologi e ortopedici mi avevano detto che nei casi di osteonecrosi l’unica soluzione è aspettare che la situazione si aggravi per operare chirurgicamente. Per fortuna sono una persona che non si dà per vinta e ho iniziato a fare delle ricerche su internet: è così che ho scoperto il blog del Centro Iperbarico! Ho iniziato a leggere le domande dei pazienti e le risposte dei medici e ho riconosciuto casi simili al mio, così ho capito che il problema era conosciuto e che la terapia iperbarica poteva essere una strada alternativa all’intervento.
Ora quale percorso stai seguendo?
Nel mese di luglio ho fatto 30 sedute (2 sedute al giorno per 15 giorni) e a novembre ne ho fatte altre 16 in 8 giorni. Quando sono arrivato al Centro Iperbarico la mia osteonecrosi era al grado di Steinberg 3C, mentre oggi la risonanza ha mostrato che sono migliorato fino al 2D: anche gli oncologi ne sono rimasti molto stupiti. Ora ovviamente proseguirò con la terapia.
Come ti sei trovato qui al Centro?
È un ambiente straordinario: ci si aiuta l’uno con l’altro, si cerca di sdrammatizzare sui problemi di ciascuno, ogni paziente è un po’ come un amico e dentro la camera iperbarica anche se si fa terapia è un po’ come una festa.
Che consiglio vuoi dare a chi si trova nella tua situazione o deve affrontare le tue stesse difficoltà?
Informatevi sempre sulle possibili alternative: fate domande, mettete in discussione quello che vi dicono e cercate di essere autonomi nelle scelte. Non mollate mai! Ho imparato che chi passa un periodo orribile può insegnare moltissimo a chi si trova nella stessa situazione, per questo ho aperto un blog dove racconto la mia storia e do consigli su cosa fare: voglio parlare a tutti della terapia iperbarica e del Centro Iperbarico.
Sappiate che le cose che mi hanno portato qui oggi sono tre: la mia testa durissima, il Centro Iperbarico e mia moglie che non mi ha mai lasciato solo.
Per saperne di più sulle patologie trattabili con l'Ossigenoterapia Iperbarica clicca qui: