Maria Concetta scrive per suo padre che soffre di spondilodiscite brucellare ed è ricoverato in ospedale da mesi, cosa si potrebbe fare per aiutarlo?
Buonasera Dottore,
mio padre è ricoverato presso il reparto di malattie infettive del policlinico di Palermo dal 13/10/2016 e chissà fino a quanto dovrà restare.
Dopo vari esami hanno scoperto che ha contratto il batterio della brucellosi (da premettere che mio padre non mangia né latte e né latticini, ma solo formaggi stagionati). I sintomi che accusava fin dall'inizio erano febbre fino a 37.8, stanchezza, debolezza, brividi di freddo e mal di schiena.
Il problema alla schiena è presente già da diverso tempo, ma a marzo 2016 inizia ad avere un dolore più forte e il medico di famiglia decide di curarlo con vari antidolorifici e cortisone.
A giugno 2016 consulto un medico che gli prescrive una risonanza magnetica dalla quale risulta avere molte ernie e un’occlusione del canale stenosi L3,L4,L5....
Il dottore decide di fare delle infiltrazioni che hanno leggermente migliorato il dolore e a settembre decide di fare una infiltrazione guidata sotto anestesia epidurale.
Morale della favola: ora si trova in ospedale, hanno fatto diversi esami che confermano la brucellosi in più il test della tubercolosi risulta positivo, ma sospettano che abbia avuto un contatto negli anni e che sia rimasta la positività. Da 45 giorni è in terapia antibiotica (bassado-rifampicina-gentamicina).
Hanno ripetuto la risonanza magnetica con contrasto e hanno visto che la situazione è peggiorata: si sono formate delle sacche che hanno deciso di esaminare, quindi gli hanno fatto un prelievo di liquido e di tessuto per capire se c'è presenza di un altro batterio o germe. Aspettiamo i risultati.
Insomma siamo stanchi: mio padre ha perso almeno 15kg, ha sempre mal di testa, vorrei capire se l'iter che stanno seguendo va bene.
Aggiungo che mio padre è iperteso, pende la cardiospirina e ha problemi alla prostata.
Confido nella vostra professionalità.
In attesa di un vostra risposta, vi ringrazio anticipatamente.
Maria Concetta
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