Paola ci scrive ci scrive preoccupata per sua madre, perché un piccolo trauma le ha causato un ulcera. Ecco i dettagli:
Paola ci ha contattati per aiutare sua madre, scrivendo:
Salve, scrivo per richiedere cortesemente un consulto per un problema di mia mamma.
A metà luglio, in seguito ad un piccolo trauma, si è formata una crosticina dolorosissima sulla gamba destra all'altezza del terzo medio inferiore.
Il suo dottore le ha consigliato di disinfettare con una soluzione.
In seguito la crosta si è trasformata in ulcera e ne è comparsa un'altra in sede sottomalleolare interna.
La diagnosi è stata: ulcera pretibiale al terzo medio inferiore con fondo fibroso.
E' stata ricoverata nel mese di ottobre c/o il reparto di vulnologia ed è stata sottoposta a necrosectomia mediante dissettore ad ultrasuoni, biopsia per esame istologico (negativo), tampone culturale e impianto reticolato di tessuti bioingegnerizzati.
Viene medicata a giorni alterni, ma ad oggi non ha ottenuto alcun risultato, l'ulcera è sempre uguale. Lamenta dolori fortissimi, (fitte) non alle ferite, ma nella parte della gamba attorno alle medesime.
Nella ferita ha sempre la sensazione che ci siano delle formiche che si muovono.
Se viene sottoposta a fasciatura elastica, il giorno dopo, la gamba è blu. L' unica fasciatura che sopporta è Tubifast blu.
Non è diabetica, ma soffre di insufficienza venosa cronica.
Grazie per l'attenzione,
Paola
Ecco la risposta di Alice Casadei, Infermiera Centro Cura Ferite Difficili del Centro Iperbarico di Ravenna:
Ciao Paola,
Grazie per la tua domanda , mi dispiace molto per il problema che tu e tua madre state affrontando.
Dalla tua richiesta vedo che avete già eseguito diversi accertamenti diagnostici, se non lo avete già fatto vi consiglio di eseguire un ecodoppler arterioso e venoso. Ci hai infatti detto è già stata diagnosticata un’ insufficienza venosa ma alcuni elementi che ci hai riportato (come ad esempio la gamba che diventa “blu” dopo i bendaggi) mi fanno supporre che possa esserci anche una compromissione della circolazione arteriosa. Un insufficiente apporto di sangue e ossigeno ai tessuti potrebbe spiegare il ritardo di guarigione.
Inoltre su questo tipo di pazienti qui al centro eseguiamo determinati esami che ci aiutano a capire effettivamente la quantità di sangue che arriva nell’area della ferita (ossimetria) e lo stato della microcircolazione (laserdoppler).
Oltre a questo è necessario prendere in considerazione tutta una serie di parametri che ci permettono di scegliere un approccio personalizzato specificatamente pensato per il paziente: durante la prima visita vengono quindi valutati lo stato di salute generale, i farmaci che sta assumendo, lo stato nutrizionale e si sceglie una medicazione idonea in base allo stato della lesione e della cute perilesionale.
In ultimo è di fondamentale importanza impostare una terapia analgesica che permetta a sua madre di controllare il dolore. Il dolore infatti non solo compromette la qualità di una vita del paziente ma spesso, se non adeguatamente trattato, può causare ritardi alla guarigione.
Capisco che data la lontananza sia difficile venire al nostro centro, la invito comunque a contattarci per cercare di trovare assieme la soluzione migliore al recapito 0544-500152.
Spero di essere stata d’aiuto
Alice Casadei