Rita è una simpatica signora di 74 anni, sorridente e chiacchierona, che abbiamo il piacere di aver conosciuto dopo che le è stato comunicato che la ferita che la tormentava da qualche tempo non sarebbe più guarita. Sebbene il disagio sia forte, Rita non si perde d’animo, e con la saggezza che contraddistingue gli anziani, si attiva per cercare altri pareri, fino a quando non decide di venire al Centro Iperbarico di Ravenna. Rita vive da tanti anni con un’ileostomia. Purtroppo si è dovuta sottoporre a questa complessa e delicata procedura chirurgica a causa di un infarto intestinale.
Fortunatamente, Rita convive con questa stomia e ha imparato ad essere completamente autonoma, sia per quanto riguarda i cambi del presidio, sia per l’alimentazione, che in questi casi è fondamentale.
Per quanto si faccia sempre attenzione, a volte capita che i traumi ripetuti, legati all'azione meccanica esercitata dalle protesi al momento del cambio, le erosioni indotte dal contatto del materiale intestinale con la cute e le irritazioni cutanee da sensibilizzazione ai componenti della protesi, provochino delle ulcerazioni peristomali, ovvero delle lesioni cutanee attorno alla stomia.
Quando si incorre in questo tipo di lesioni, la guarigione è molto difficile, perché non è possibile rimuovere completamente i fattori scatenanti. Inoltre, come potete ben immaginare, si tratta di un sito ad alto rischio di infezione.
Come ci racconta Chiara Bissoni, infermiera del Centro Cura Ferite Difficili (CCFD) del Centro Iperbarico di Ravenna, Rita viene presa in carico nel nostro Centro, in quanto sussistono i criteri definiti dall’AUSL della Romagna per l’accettazione. Subito il nostro staff medico e infermieristico si rende conto che la paziente è fortemente demoralizzata a causa della prognosi che le è stata fatta. Ma Rita è forte, si aggrappa con tutta la sua forza d’animo alla speranza di riuscire a guarire questa ferita. La sua collaborazione e il suo impegno nel gestire al meglio la stomia per ridurre al minimo i rischi di peggioramento della lesione sono stati parte essenziale del suo percorso. Non è la singola medicazione che rimette la ferita sulla traiettoria di guarigione, ma il percorso multidisciplinare integrato e soprattutto l’attinenza del paziente al piano terapeutico, la collaborazione con l’équipe sanitaria da parte del paziente e la consapevolezza del paziente della propria patologia.
Alla prima visita, la sua ferita aveva una superficie di 3,15 cm2 e non presentava aree di tessuto necrotico; anzi il letto della lesione era prevalentemente granuleggiante. Rita ci racconta che questa ferita è stazionaria da più di 3 mesi, e che, nonostante tutte le medicazioni eseguite non accennava a ridursi. Per stadiare e localizzare la lesione rispetto alla stomia viene utilizzata la scala SACS ( L2; TII, TIII).
Al termine della visita di presa in carico viene concordato, insieme a Rita, il suo piano di cura che prevede:
- Un ciclo di Ossigenoterapia Iperbarica (30 sedute)
- Medicazioni presso il CCFD 3 volte a settimana (medicazione antibatterica per mantenere bassa la carica batterica sul letto di ferita, relativamente assorbente. Film di poliuretano per proteggerla da materiale acido)
- Consulto con il nutrizionista, per gestire l’alimentazione e proteggere il sito leso da eventi improvvisi legati alla digestione
Rita inizia così il suo ciclo di camere iperbariche. Quotidianamente viene al Centro ed è sempre la prima ad arrivare e a imbastire un salotto di chiacchiere con gli altri pazienti in sala d’attesa.
Dopo un mese, la lesione viene mappata con il Moleculight, che per noi del Centro è uno strumento fondamentale per il monitoraggio delle ferite e per valutare la loro traiettoria di guarigione. Ci permette sia di individuare eventuali infezioni sia di leggere la dimensione della ferita.
Se dopo 4 settimane di trattamento la lesione si riduce di almeno il 40% di superficie, significa che è stata riportata sulla traiettoria di guarigione e, salvo imprevisti, guarirà entro i successivi 2 mesi.
E così accade. Finalmente la lesione non è più stazionaria, ma con le giuste cure siamo riusciti a ridurla del 40,9% passando a 1,86 cm2 .
Rita continua a frequentare ogni giorno, con costanza, il Centro Iperbarico di Ravenna, fino a quando la lesione risulta completamente guarita. Finalmente, dopo due mesi di cure può essere dimessa. Rita sa che potrebbe andare incontro nuovamente a nuove ferite, perché è consapevole di cosa comporta essere portatori di una stomia permanente, ma sa anche che, con il giusto approccio al problema, si può, in primo luogo, cercare di prevenire, e in secondo luogo, si può curare. Quando ci si trova a combattere con le ferite difficili è fondamentale trattarle in modo olistico e con il supporto di personale medico e infermieristico esperto e competente.
Cara Rita è stato un piacere averti conosciuto e ti auguriamo di continuare ad affrontare la vita con la tua energia positiva.