Luisa ci ha scritto questa e-mail per chiedere un aiuto per la madre:
Buongiorno, mia mamma è affetta da SLA e, a causa della maschera che indossa attaccata alla NIV, ha iniziato ad avere problemi al naso sul punto di appoggio. Purtroppo c'è sempre una ferita aperta che non si riesce mai a cicatrizzare e abbiamo provato di tutto! Cosa possiamo fare?
Risponde la nostra Coordinatrice Infermieristica del Centro Cura Ferite Difficili (CCFD) del Centro Iperbarico di Ravenna, Klarida Hoxha:
Gentile Luisa,
mi dispiace molto per la mamma.
La SLA è una patologia importante e conviverci non deve essere facile, né per la mamma, né per voi familiari che la assistete.
Per chi non sapesse cosa sia la NIV, di cui parla Luisa, facciamo una breve introduzione.
La NIV o “ventilazione non invasiva” (dall'inglese Non-Invasive Ventilation), è una modalità non invasiva di assistenza alla ventilazione polmonare, che si usa per i pazienti che hanno difficoltà a respirare e che viene erogata attraverso le maschere o altri dispositivi medicali. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nell’assistenza delle persone con serie difficoltà respiratorie, poiché evita o riduce il ricorso a manovre invasive che bypassano le vie aeree, come l’intubazione.
Ha il vantaggio di preservare quelle che sono le abilità ancora attive come la comunicazione, la possibilità di tossire (quindi la fuoriuscita di secrezioni in modo efficace); inoltre, consente di deglutire autonomamente, riduce la necessità di utilizzo del sondino naso-gastrico ecc. Tuttavia, l’insorgenza di lesioni da pressione dovute alla frizione del dispositivo medicale sono molto frequenti per il tempo prolungato nella stessa zona del corpo, in questo caso del viso.
Le lesioni da pressione che si possono formare in questi casi, si presentano come una conseguenza di un insieme tra pressione e frizionamento e la tipica localizzazione interessa la prominenza ossea del naso; in rari casi gravi anche i tessuti molli, compresi guance e mento.
La prima cosa da fare in caso di ulcere da pressione è rimuovere la causa, quindi la maschera. Ma sappiamo che questa è vitale quindi è una soluzione che non possiamo prendere in considerazione. Un metodo alternativo è quello di capire se la maschera che si utilizza può subire una rotazione in modo da ridistribuire i punti pressori in maniera da lasciare il tempo alla lesione di ripararsi.
La seconda opzione è quella di pensare, almeno per un determinato periodo, alla possibilità di cambiare il tipo di maschera, in modo che non faccia sempre pressione sugli stessi punti. In questo caso, potrebbe essere una maschera di tipo facciale. Potrebbe non essere comoda e magari richiede molta compliance da parte della persona, ma può rivelarsi una valida alternativa per cercare di risolvere il problema.
Se invece non avete già provato, potrete utilizzare una medicazione in schiuma di poliuretano o in idrocolloide per attutire la pressione, che però rimane. Quindi non è detto che porti a un risultato certo.
Spero di averla aiutata e rimango a disposizione per qualsiasi richiesta o chiarimento.
Un carissimo saluto,
Klarida Hoxha
Coordinatrice Infermieristica Centro Cura Ferite Difficili (CCFD)- Centro Iperbarico Ravenna