Blog Centro Iperbarico di Ravenna

La terapia compressiva e l'OTI sono utili per guarire dalle ferite?

Scritto da Redazione reparto Ferite Difficili il 10/ 04/ 2019

Sergio, da 2 anni, combatte con delle “ulcerette” nella zona dei piedi e ci ha scritto per chiedere un consulto.

Salve ho 53 anni, non sono diabetico. Da 2 anni combatto con delle ulcerette nella zona dei piedi, per lo più risolte. Ma a Luglio u.s. a seguito di una medicazione con betadine garza iodoformica si è "ustionata la pelle del piede", mi è rimasta una piccola crosta nella zona del malleolo interno, e da lì settimana dopo settimana, nonostante le cure del chirurgo vascolare, andava peggio, cresceva ed era fibrotica ed essudante. Questa tendenza continua. L'iruxol mi macera la pelle e perdo tessuto, per cui si pulisce il letto dell'ulcera strofinando con garza o scorticando con la pinzetta. Il dolore è MOSTRUOSO. Fin da subito è risultata infetta da pseudomonas auriginosa, successivamente anche staffilococco aureo; trattata con piripecillina, o tazocin ormai ho fatto 5 cicli di antibiotico e il batterio è divenuto resistente alla pipericillina. In febbraio ho fatto due cicli di tazocin. Adesso il dr. vuol rifare il tampone, io sono perplesso, non posso fare antibiotico a vita. Dagli ecodoppler effettuati risulta un perfetto circolo arterioso, così come le vene principali (la safena è perfetta) ma edema da stasi per insufficienza del microcircolo e/o linfatico. Si va avanti con medicazioni all'alginato di argento e privatamente, in disaccordo con medico ho iniziato l'iperbarica! Vi mando delle foto. Io non so più che fare, questa situazione mi sta uccidendo. Cosa mi consigliate? Ad esempio sulla gestione dell'antibiotico, che ne pensate?

Risponde la nostra coordinatrice infermieristica Klarida Hoxha, specializzata in cura delle ferite difficili:

Buongiorno Sergio, mi dispiace per il disagio che l’accompagna da due anni e spero di poterle essere utile in qualche modo con la mia risposta.

Intanto è importante capire quale sia la causa di questo problema, in modo da poterlo risolvere. Tutto quello che ha descritto è una serie di complicanze che si sono susseguite nel tempo. È importante che lo stato di salute sia buono, non sia presente il diabete e lo stato circolatorio sia arterioso che venoso sia nella norma. Bisogna quindi indagare la causa che porta a una stasi del microcircolo e se ha problemi di altro genere (cardiaci, nutrizionali, assunzione di farmaci particolari, ecc).

Una volta determinata la causa, è necessario seguire un percorso idoneo, personalizzato il più possibile su di lei. La cura principale per il suo problema è la terapia compressiva (bendaggio) che da quello che ho capito, non risulta sia mai stato effettuato. Se le gambe non si sgonfiano, i liquidi stazionano in basso e questo non permette all’ossigeno di arrivare nei tessuti più distanti. L’ipossia favorisce l’insorgenza delle infezioni, quindi, tutti quei batteri che normalmente si trovano sulla pelle prendono il sopravvento e causano infezioni. Il bendaggio può essere associato a cicli di linfodrenaggio manuale (da valutare dallo specialista soprattutto per le controindicazioni), da pressoterapia ed eventuale  Ossigenoterapia Iperbarica, che favorisce non solo la riparazione tissutale, ma combatte anche le infezioni.

Spero di esserle stata d’aiuto; se vuole maggiori informazioni può contattarci al numero 0544500152 in qualsiasi momento ed eventualmente decidere insieme il percorso migliore da seguire.

Un caro saluto,

Klarida Hoxha - Coordinatrice infermieristica Centro Cura Ferite Difficili – Centro Iperbarico di Ravenna

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