Eligio è un uomo di 88 anni, purtroppo senza parenti che lo possono accudire, e vive in una casa famiglia. Il 20 marzo di quest’anno Eligio viene portato al Centro cura Ferite Difficili (CCFD) del Centro Iperbarico di Ravenna perché soffre per una brutta lesione sacrale.
Quando la nostra infermiera Chiara Bissoni prende in carico Eligio per la visita filtro (necessaria per valutare se ci sono i criteri definiti dall’AUSL della Romagna per la presa in carico CCFD), Chiara si rende conto che la situazione è alquanto complessa. La lesione di Eligio, secondo l’ultima classificazione EPUAP, si definisce “non stadiabile, con sospetto danno profondo”, che corrisponde al VI stadio. Questa situazione si presenta quando la profondità della lesione, essendo totalmente coperta da slough (patina inspessita di colore giallastro) o da escara (tessuto necrotico di colore nero), è impossibile da determinare. Già durante la visita filtro, insieme al personale medico del Centro, viene definita l’antibioticoterapia mirata e viene asportato il tessuto necrotico dalla ferita. La lesione che si presenta è molto estesa, oltre 36 cm2 ed è probe to bone positiva, ossia arriva fino all’osso.
È difficile individuare le comorbilità di Eligio, in quanto non è sempre orientato nel tempo e nello spazio, ma nonostante ciò, viene completata la scheda infermieristica e si definisce il protocollo di cura per cercare di risolvere il problema.
Purtroppo durante la visita filtro emergono anche una serie di criticità; pertanto per aiutare Eligio a guarire devono essere messe in atto altre azioni per la gestione della lesione da pressione e per prevenirne altre:
- la medicazione deve essere cambiata di frequente e i tipi di medicazioni disponibili non devono essere utilizzati impropriamente; la medicazione deve essere adeguata al tipo di tessuto presente sul letto di ferita e alle sue caratteristiche. Non esiste una medicazione che vada bene sempre e su ogni ferita.
- Eligio deve cambiare spesso posizione per diminuire la pressione sulla ferita o sulle altre zone del corpo a rischio (prominenze ossee), in cui la pressione prolungata provocherebbe una riduzione dell’apporto ematico, necrosi dei tessuti e nuove lesioni da pressione. Fondamentali sono i giusti ausili antidecubito e un piano di cambio posturale personalizzato.
- devono essere integrate e ottimizzate la nutrizione e l’idratazione, fondamentali per dare il giusto apporto energetico alle cellule e facilitare la guarigione.
Il nostro personale sa bene che, se non si risolvono queste criticità, Eligio non potrà guarire in tempi brevi o addirittura si vanificherà il protocollo di cura pensato e adottato per lui. Per fortuna, il personale della casa famiglia in cui Eligio è ospite capisce l’importanza del lavoro in sinergia fra noi e loro per aiutare Eligio a guarire. Per seguire costantemente Eligio, viene allertato anche il servizio domiciliare dall’AUSL della Romagna, con cui viene concordato il piano giornaliero della cura, incaricando un care giver di riferimento che lo seguirà personalmente.
Eligio diventa così un ospite fisso del CCFD: ogni settimana viene portato al nostro Centro per le medicazioni che servono a farlo guarire e per aggiustare il protocollo di cura in base all’andamento della ferita. Ad ogni accesso la ferita è attentamente monitorata del nostro personale anche con l’ausilio del Moleculight, così come le modifiche al piano di cura riferite al servizio domiciliare.
Passa il tempo e il piano di cura inizia a dare i suoi frutti: i primi di aprile l’area della lesione è ridotta del 10% e l’osso si è coperto (probe to bone negativo). Al terzo mese dalla presa in carico c’è un’ulteriore riduzione del 50% con riduzione della perdita di tessuto. E così, dopo 4 mesi dalla presa in carico, la ferita di Eligio è ridotta dell’82% rispetto all’inizio, e si trova in fase di epitelizzazione. Finalmente Eligio può essere alzato dal letto e tornare a stare seduto. Non necessità più di essere portato ogni settimana al Centro Iperbarico per essere medicato e la frequenza dei controlli può essere portata a distanza di 1 mese.
Questa storia ci insegna che l’esperienza e competenza del personale del CCFD del Centro Iperbarico di Ravenna, la sinergia e la multidisciplinarità messa in atto con il nostro fisiatra, il dottor Francesco Fontana, la fisioterapista Maddalena, il servizio domiciliare dall’AUSL della Romagna e la casa famiglia dove Eligio risiede, sono stati fondamentali per arrivare alla sua guarigione. Sottovalutando anche solo uno di questi aspetti, probabilmente il risultato ottenuto non sarebbe stato possibile, o forse non sarebbero bastati solo 4 mesi di cura.