La nostra Coordinatrice Infermieristica del Centro Cura Ferite Difficili (CCFD) del Centro Iperbarico di Ravenna, Klarida Hoxha, ha deciso di raccontarci la storia di Mario, sperando sia di aiuto a molti dei pazienti che si trovano ad affrontare la sua stessa difficile situazione.
A dicembre 2019, giusto qualche giorno prima di Natale, si presenta alla nostra valutazione Mario, un signore molto in gamba, socievole e di grande cultura, che ha alle spalle una lunga carriera da professore.
Ha una lesione al piede sinistro che persiste da 6 mesi, dall’estate, da quando, durante una tranquilla passeggiata al mare si è ferito calpestando una conchiglia e non è mai riuscito a guarire. Scopriamo il perché.
A una prima analisi, la mappatura con il MolecuLight, che per noi del Centro è uno strumento fondamentale per il monitoraggio delle ferite e per valutare la loro traiettoria di guarigione, evidenzia che la lesione è grande 2.00 cm2.
Mario è diabetico e, come succede spesso in questi casi, ha sviluppato negli anni una neuropatia aggravata da arteriopatia dovuta allo scompenso del diabete. Considerando i vari parametri circolatori e la tipologia di lesione ha un alto rischio di essere amputato. I fattori di compromissione sono fondamentali nella valutazione per identificare questo rischio e scongiurarlo. Infatti, oltre al diabete e le sue conseguenze sono presenti ulteriori quadri importanti come la nefropatia, ipertensione arteriosa, dislipidemia, obesità, pregressi ictus cerebri, fibrillazione atriale, anemia e scompenso glicemico. Fortunatamente le lastre fatte escludono l’osteomielite, considerando la persistenza della lesione ormai cronica anche se di piccole dimensioni.
Considerando i fattori di compromissione e quelli cronologici, durante la prima valutazione, si è pensato di utilizzare i benefici dell’Ossigenoterapia Iperbarica (OTI), poi esclusa perché i valori dell’esame con Laser Doppler Flussimetro rilevano una buona funzione delle pareti dei vasi sanguigni e la relativa produzione di monossido di azoto, così come l’ossigenazione tissutale che risulta nella norma.
Nonostante la situazione, c’è un buon compenso di circolazione collaterale sviluppatasi nel frattempo. La lesione infatti è stata responsiva già dopo la prima medicazione nei primi 7 giorni, questo anche grazie al nostro consiglio di utilizzare calzature idonee per la fase acuta, con degli scarichi appositi nella parte lesionata; fondamentali in casi di piede diabetico neuropatico.
L’uso di calzature idonee, infatti, evita che in quella zona si creino pressioni ulteriori, fattori che ritardano la guarigione sulla pianta del piede.
In poco più di un mese la lesione è guarita.
Oltre ai consigli su come prendersi cura dei piedi (visita regolare dal podologo per controllare irregolarità e calli; calzature idonee senza cuciture fatte su misura; utilizzo di creme apposite per le ipercheratosi ecc.), Mario ha appreso anche l’importanza della sua neuropatia. Infatti perdendo la sensibilità non si è più in grado né di sentire il calore o il freddo di acqua e superfici, né di sentire stimoli dolorosi in caso di trauma. Questa esperienza lo porterà a fare più attenzione in futuro.
Questo è uno dei tanti successi che ci riempiono di grande soddisfazione personale e professionale e che ci stimolano ogni giorno a dare il meglio nel nostro lavoro. Proprio come ha fatto Mario, non bisogna mai perdere tempo e rivolgersi subito a professionisti del settore, per ricevere le cure migliori ed evitare che la situazione peggiori drasticamente.
Hai un caso simile a quello presentato?