Lorenzo, sub esperto, ci scrive perché alla fidanzata è stata diagnosticata una pervietà del forame ovale (PFO) a seguito di una patologia da decompressione (PDD) in immersione. I medici consigliano la chiusura ma sia Lorenzo che la fidanzata sono dubbiosi e, pertanto, ci chiedono consiglio:
Buongiorno, lo scorso aprile 2010 mi sono recato in Sudan con la mia fidanzata. Siamo entrambi sub di vecchia data (ci immergiamo in tutti i mari del mondo dal 1994 e siamo stati titolari di un diving in Indonesia). La mia fidanzata dopo la prima immersione a 30 metri (in aria) senza uscire dalla curva ha mostrato, dopo circa 60 minuti di intervallo di superficie, sintomi di MDD cutanea (rossore e irritazione a chiazze sulla pancia).
Dopo 40 minuti di somministrazione di ossigeno i segni sono rientrati e dopo 24 ore ci siamo reimmersi. Dopo un'ora di intervallo in superficie i sintomi sono ricomparsi e abbiamo deciso di fare ossigeno e 72 ore di stop. Successivamente la mia fidanzata si è immersa nuovamente facendo 10 minuti di ossigeno puro all'uscita dall'acqua.
I sintomi non sono più comparsi ma al nostro ritorno a Pisa le è stato diagnosticato un Forame Ovale Pervio (PFO) attraverso vari esami. I cardiologi che abbiamo consultato sono molto interventisti e consigliano l'impianto dell'ombrellino per occludere il forame ma sinceramente, visti gli effetti collaterali dell'operazione, siamo un po' dubbiosi e avremmo bisogno di un consiglio da parte sua. La ringrazio in anticipo e mi scuso per la lungaggine. Lorenzo
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto: