Fabrizio ci contatta perché, a seguito di alcuni episodi di disturbi visivi, si è sottoposto a esami accurati che hanno portato alla diagnosi di Forame Ovale Pervio (PFO). Dopo l'assunzione di cardioaspirina e l'intervento di chiusura sono scomparsi i sintomi, che tuttavia riappaiono qualche tempo dopo.
Per questo, ci scrive per comprendere quale possa essere il problema:
Buongiorno dottore, Le scrivo per avere un suo parere su quanto accadutomi.
Dal 2003 ho iniziato a soffrire, seppur con frequenza di 1 -2 volte l'anno, di sintomi inizialmente diagnosticati (da neurologo e oculista) come emicrania con aura (ECA) In particolare, sono iniziati con dei disturbi visivi, come una messa a fuoco non perfetta dell'occhio, per pochi minuti dopo una intensa giornata lavorativa. Nel 2005, mentre ero alla guida della macchina, ho avuto il primo vero attacco simil ECA (vista che gradualmente diventa abbagliata come se vedessi contro sole, talvolta fino quasi a non riuscire a vedere nulla), senza mal di testa finale. Durata circa 20 minuti.
Gli attacchi si sono ripetuti al ritmo di 1-2 volte l'anno come Le dicevo; in alcuni casi si è abbinato un malessere e una debolezza evidente, una volta sensazione di forte malessere e conati di vomito. In gennaio 2010, dopo l'ultimo episodio, casualmente accompagno mia madre a una visita da una giovane neurologa che, rassicurandomi, dice che i sintomi sono un po' atipici per l'ECA e mi consiglia di effettuare un RM encefalo e tutta una serie di esami ematochimici (screening trombofilico ed esame lca, tutti normali). La RM risulta però positiva per alcune piccole aree di alterato segnale a livello cerebellare dx (peraltro zona atipica rispetto ai sintomi) da ricondurre verosimilmente ad ischemia in avanzata evoluzione malacica.
La neurologa mi pone subito in terapia antiaggregante (cardioaspirina) e mi indica l'esame trans-cranico dal quale risulta uno shunt dx-sx di grado 1 basale e grado 3 dopo Valsalva. Stesso risultato da esame trans-toracico, con microbolle fatto successivamente. Viene quindi data indicazione alla chiusura del PFO tramite dispositivo. L'intervento viene eseguito in data 17/06/2010 con device Cardia 25/25. Doppia antiaggregazione per tre mesi (Plavix + Cardioaspirina), poi - sinora - solo Cardioaspirina. Il primo controllo ad un mese appare già buono, con assenza di passaggio precoce, ma si segnala il passaggio tardivo di microbolle (Grado 1) sia basalmente che dopo Valsalva.
Comunque, non ho più avuto disturbi dall'assunzione della cardioaspirina (02/2010) e vengo ricontattato per il secondo controllo fissato il 17/2/2011. Il controllo fatto alle ore 17.00 circa evidenzia assenza di shunt e non è stato più segnalato il passaggio tardivo. Mi viene anche detto che posso sospendere a questo punto la terapia farmacologica. Alle ore 18.40 circa, felice del responso, al supermercato a fare la spesa si manifesta il tipico sintomo: graduale abbassamento della vista con difficoltà di mettere a fuoco. Durata sintomi circa 20/30 minuti, almeno così li stimo. In ospedale dalla TAC risulta solo una ischemia sul cerebellare dx in esito; faccio anche una RM che appare pienamente sovrapponibile alla precedente.
Per quanto sopra le chiedo se a suo parere il test con microbolle possa aver prodotto il disturbo (anche con una latenza di circa 1 ora) o se il segnalato passaggio tardivo debba far propendere per una seconda fonte emboligena di minore portata ed eventualmente gli accertamenti che mi consiglia.
La ringrazio infinitamente, Fabrizio
Risponde, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per ulteriori approfondimenti sul Forame Ovale Pervio (PFO), problema tipico della medicina subacquea, clicca qui sotto: