Katia ci scrive perché, dopo ripetuti incidenti subacquei (tra i quali, soprattutto, tre incidenti da decompressione immeritati), i medici sospettato per un caso di Forame Ovale Pervio (PFO).
Ci ha contattato per chiederci un iter diagnostico per appurare il problema, con la speranza di poter tornare a immergersi senza problemi:
Gent.mo Dott. Longobardi, mi chiamo Katia. Ho letto con grande interesse il suo blog perché in seguito a una serie di "incidenti subacquei" ho deciso di approfondire il problema. Ho consultato diversi specialisti iperbarici ma da nessuno ho ottenuto risposte convincenti sotto il punto di vista subacqueo. Stamattina ho chiamato la segreteria del Centro iperbarico Ravenna e ho parlato con Francesca Cappai chiedendo la possibilità di avere un suo consulto e lei mi ha consigliato di descrivere prima su questo blog la mia storia.
Io sono brevettata dal 2008. Le mie prime 30 immersioni sono andate lisce. A ottobre 2009 durante una crociera sub alle Maldive, durante la seconda immersione del terzo giorno - mentre ero a 30 metri, non in risalita - ho avvertito un acufene fortissimo all'orecchio sx. Dapprima non gli ho dato importanza ma poi fuori dall'acqua mi sono resa conto che avevo perso la capacità uditiva. Al ritorno dal viaggio ho chiesto un consulto a un medico iperbarico che ha escluso da subito un incidente da decompressione (MDD), primo perché era accaduto quando ero ancora sul fondo e secondo perché i grafici del computer non mostravano errori in risalita.
La diagnosi è stata di ipoacusia idiopatica; terapia: 20 sedute da 85 minuti in camera iperbarica. La perdita di udito che all'origine era del 90% è stata recuperata parzialmente e ora l'orecchio sx "sente" per un'85% solamente.
Durante l'estate 2010 ho continuato a immergermi, in per precauzione solo nitrox, a profondità max 30 metri. E qui nessun problema.
Ottobre 2010. Altra crociera sub alle Maldive....già dalla prima immersione della settimana comincio ad avvertire un lieve dolore sottocutaneo simile all'iperestesia di un ematoma senza però tracce visibili clinicamente. Dopo la terza immersione si è evidenziato anche un gonfiore sottocutaneo e qualche pallidissimo rush; tutto questo localizzato nella zona laterale delle cosce (i cd "cuscinetti") e nell'interno delle ginocchia.
Questi segni mi hanno insospettito e nonostante le guide sminuissero le manifestazioni ho deciso di sospendere le immersioni per un giorno, esattamente a metà settimana in attesa che si completasse la desaturazione...almeno da computer. Riprese le immersioni i segni sono ricomparsi in forma molto più lieve, direi trascurabile per poi scomparire completamente già il giorno di arrivo in Italia dopo il volo. Non avendo più segni evidenti di danno, non ho approfondito con ulteriori accertamenti.
Poi 25 giorni fa...nuova crociera sub. Subito dopo la prima immersione (13 marzo 2011) è ricomparso il dolore sottocutaneo alle cosce e stavolta anche alle braccia; soprattutto nella zona retroascellare. Il segno più evidente è stato la comparsa, dopo circa 60 min. dall'uscita dall'acqua, di prurito diffuso a gambe e braccia e una macchia bluastra rotondeggiante di diametro 3-4 cm sull'avambraccio sx. Prudentemente ho atteso e mi sono reimmersa il giorno successivo. Infatti la mattina del 14 marzo non avevo più nulla a livello cutaneo però era comparso un bruciore alla trachea o comunque in sede retrosternale esacerbato dalla respirazione. Ho fatto comunque la prima immersione della mattina senza problemi e dopo 3 ore la ripetitiva. Dopo un'ora dall'uscita e una doccia fredda ho controllato: rush cutaneo su tutte le gambe e le braccia con gonfiore, bruciore tracheale e astenia. Non ho nemmeno fatto in tempo a chiedere l'ossigeno che avevo già perso sensibilità e forza in tutti e quattro gli arti e la vista a entrambi gli occhi. Insomma restava funzionante solo l'udito all'orecchio dx. Dopo 3 ore di ossigeno normobarico pochi miglioramenti e camera iperbarica: 14 marzo - tabella 6 U.S. Navy x la durata di 6 ore; 15 marzo - tabella 5 US Navy (3 ore); 16 marzo - follow up da 85 minuti. Diagnosi del medico iperbarico: MDD sottucutanea, linfatica e neurosensoriale. Sottolineo: nessun interessamento delle articolazioni e rush all'addome comparso solo in ultimissima fase.
Mi è stato consentito di prendere l'aereo dal 20 marzo 2011 con obbligo di sospendere l'attività subacquea perché avevo subito tre episodi di MDD non giustificati da errori in risalita.
Dopo 4 ore dall'atterraggio in Italia è iniziata una sindrome vertiginosa fortissima, da non riuscire a stare in piedi in equilibrio (senza nausea); dolori sottocutanei alle gambe, con formicolio intenso. Al PS mi hanno guardato come se fossi un'aliena quando ho raccontato la mia storia. Dietro consulto telefonico col medico del DAN mi hanno sottoposto di nuovo a tabella 6 US Navy e nei giorni successivi a follow up da 85 min. A oggi sono al decimo giorno di terapia iperbarica. Le vertigini sono praticamente scomparse ma l'iperstesia alle gambe, dopo un'iniziale recessione, sta cominciando a riacutizzarsi.
Durante questa mia odissea a qualcuno e' sorto il dubbio che io possa presentare una pervietà del forame ovale (PFO), quindi il giorno 13 aprile devo recarmi in ospedale per eseguire l'ecocardiografia transesofagea. Leggendo il suo blog sono rimasta colpita dal fatto che potrebbero esistere degli altri "buchi" e che comunque di solito l'esame transesofageo dovrebbe seguire altre tipologie di esami meno invasivi. Come tutti i subacquei che scrivono nel suo blog vorrei continuare a immergermi... quindi le chiedo un consulto su quale iter diagnostico dovrei seguire e in particolar modo vorrei eseguirlo sotto la sua supervisione. Spero di essere stata sufficientemente esaustiva. La ringrazio fin d'ora per la sua disponibilità. Attendo la risposta con ansia, Katia.
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto: