Il 22 gennaio si è svolto a Grosseto il convegno "Profili decompressivi: ricerca e prevenzione in medicina subacquea" organizzato dal Circolo Submania con il coordinamento scientifico del dr. Marco Brauzzi, Presidente della Società Italiana di Medicina Subacquea e Iperbarica (SIMSI) e responsabile del Centro Medicina Subacquea e Iperbarica della ASL 9 Grosseto.
L'intensa e prestigiosa attività del Centro iperbarico della ASL 9 Grosseto, competente per la gestione degli incidenti subacquei occorsi nell'Arcipelago Toscano, è stata presentata dalla dr.sa Laura De Fina, specialista in medicina subacquea e iperbarica.
Una breve sintesi degli altri interventi al convegno di Grosseto del 22 gennaio è disponibile qui.
Tra gli altri è intervenuto al convegno il dr. Pasquale Longobardi che ha parlato di algoritmi decompressivi e computer subacquei. Di seguito le slide della sua presentazione e una breve sintesi del suo intervento.
Sintesi intervento del Dr. Longobardi
È stata illustrata la differenza tra i computer subacquei basati sul modello compartimentale e quelli basati sul controllo delle bolle. Le modalità e i tempi della decompressione sono diversi per le due categorie di computer.
Presentate, in anteprima, le nuove schermate del computer Icon della Mares. Questo computer ha l’algoritmo basato sul controllo delle bolle e appartiene alla moderna concezione dei computer Open Source Dive Computer (OSDC): acquistato l’hardware è possibile aggiornare gratuitamente il software attraverso il web.
Illustrato il computer Galileo Sol della UWATEC basato sull’algoritmo Profile Dependent Intermediate Stops (PDIS), attualmente utilizzato dal Nucleo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco.
In merito alle soste di decompressione, è stato segnalato che la ricerca in medicina subacquea ha evidenziato che tali soste hanno un significato solo se eseguite in immersioni con profondità massima superiore ai 27 metri e/o tempo totale di immersione prolungato (prossimo ai sessanta minuti). Secondo l’algoritmo PDIS, la sosta è preferibile che sia posizionata alla metà della pressione assoluta (si può anche dire: alla metà della profondità massima meno cinque metri), per un tempo di due minuti.
Le soste di decompressione eseguite per immersioni a profondità fino a 25 metri oppure posizionate alla metà della profondità massima (secondo l’algoritmo PDIS), tendono ad aumentare la saturazione dei tessuti senza dare benefici.
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto: