Cesare, istruttore subacqueo, è alle prese con un dubbio per il quale ha ritenuto opportuno contattarci. Un amico, reduce da un grave infortunio dal quale si è ripreso, gli ha chiesto di poter effettuare immersioni con lui.
I timori di Cesare sono legati alle conseguenze dell'infortunio - dal quale è trascorso molto tempo - e a eventuali problemi correlati all'attività subacquea:
Mi scusi se la disturbo, le vorrei sottoporre un problema. Sono un istruttore subacqueo che non effettua attività professionale.
Un caro amico mi ha chiesto di poter effettuare alcune immersioni con me ed eventualmente prendere il brevetto. Le mie perplessità riguarda il fatto che questo ragazzo, circa 8 anni fa, ha subito un gravissimo infortunio: è rimasto schiacciato sotto un portone metallico di diversi quintali. Ha riportato varie fratture, un bacino praticamente spappolato, varie costole rotte, la perforazione di un polmone, una frattura cranica. La ripresa è stata totale (è considerato un miracolato). In apparenza è tutto a posto, a parte notevoli dolori simil reumatici. In acqua è un pesce, effettua regolarmente immersioni in apnea a 10-15 metri.
La domanda è: la presenza di fratture non perfettamente calcificate e la perforazione polmonare possono avere conseguenze in immesrsioni subacquee ricreative? Le varie "cicatrici" ossee possono provocare un diverso comportamento nei confronti dell'azoto assorbito e quindi invalidare le tabelle di decompressione? La perforazione del polmone può essere un problema?
Mi scusi se ci fossero delle domande non pertinenti ma non vorrei essere io la causa di suoi ulteriori problemi. La ringrazio anticipatamente per la risposta che vorrà inviarmi. Cordiali saluti. Cesare
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto: