Domenica 10 aprile a Porto Ercole è stato un grande giorno per la subacquea. Per la prima volta è stata condotta una sperimentazione scientifica con immersione tecnica per valutare (dati e statistiche alla mano) quale modello di decompressione è più sicuro tra quello basato sull’uso del computer (V-Planner) e quello basato su un modello mnemonico (Ratio Deco).
In attesa di conoscere i risultati che saranno resi noti in autunno condividiamo con i lettori foto, slide e filmato della giornata a Porto Ercole. Un grazie speciale a Stefano Brambilla (titolare della tesi di ricerca del Master Scuola Superiore S. Anna di Pisa), per averci concesso di pubblicare le slide del suo intervento e un grazie speciale a Manuela Petrocchi per le bellissime foto della giornata.
Nella sua relazione il Dr. Pasquale Longobardi ha spiegato come una corretta decompressione dipende da diversi fattori tra i quali il tipo di immersione e la risposta dell'organismo allo stress decompressivo. All'inizio della sua relazione il dr. Longobardi ha mostrato un video tratto da un filmato della BBC (UK) su “Air compressed divers” nelle Filippine.
Il filmato dimostra come la probabilità dell’incidente da decompressione sia rara anche in una condizione come quella dei pescatori filippini, in cui i subacquei si immergono quattro ore al giorno a profondità di 30-40 metri, in maniera molto spartana (respirando da semplici manichette alimentate da un compressore). Inoltre, si vedono i subacquei che spingono sul fondo una palla di rete, la distendono per creare una camera nella quale spingono i pesci spaventandoli con un filo al quale sono legate bandierine. Qualche subacqueo saltuariamente ha l’incidente da decompressione. Il filmato mostra mentre si reimmerge in mare per curarsi e un compagno massaggia la zona dolente. Infine un padre racconta la storia del figlio che non si è ripreso da un incidente subacqueo e, per il dispiacere di non poter lavorare, si è suicidato.