Per gli appassionati della pallavolo Paola Cardullo è un mito. Dal 2002 a oggi ha vinto quasi tutti i premi che un libero (uno dei ruoli nella pallavolo) può vincere: è stata nominata miglior libero in diverse competizioni: dal campionato Mondiale a quello Europeo, passando per il campionato nazionale (italiano e francese), Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Champions League, Coppa del Mondo, ma soprattutto il premio conferitole alle Olimpiadi del 2004.
Paola ha soli 30 anni ed è una pallavolista fortissima, ma da qualche mese ha dovuto fermare i suoi allenamenti a causa di una osteonecrosi di quarto livello alla caviglia destra: l’osteonecrosi consiste nella morte del tessuto osseo e il quarto livello è il più grave in assoluto per questo tipo di patologia.
Circa tre settimane fa Paola è arrivata al Centro Iperbarico di Ravenna e ha iniziato un ciclo di sedute di camera iperbarica per fermare il progredire della malattia. Purtroppo negli ultimi giorni il problema si è rivelato più grave del previsto ed è di ieri l’annuncio che Paola dovrà necessariamente sottoporsi a un intervento chirurgico.
Intanto Paola continua a fare le camere iperbariche e noi l'abbiamo intervistata per farci raccontare qualcosa in più su di lei e sui suoi progetti per il futuro. Ecco qua cosa ci ha raccontato.
Ciao Paola, puoi raccontarci perché sei qui?
A maggio di quest’anno ho iniziato ad accusare un forte dolore alla caviglia destra che prima mi ha costretto a rinunciare alle ultime Olimpiadi, poi anche agli allenamenti. Nel corso dei mesi il dolore invece di attenuarsi è aumentato, e solo un mese fa se ne è finalmente scoperta la causa: mi hanno diagnosticato un’osteonecrosi alla caviglia destra, che però è già al quarto stadio!
Chi ti ha consigliato di curarti con la terapia iperbarica?
Nessun medico me ne aveva mai parlato, è stato il mio ragazzo a suggerirmi la terapia iperbarica: lo scorso anno un nostro amico aveva subito un gravissimo incidente stradale rischiando l’amputazione della gamba e grazie a questa terapia è guarito. Tra l’altro era stato in cura proprio qui, al Centro Iperbarico di Ravenna.
Quando ho deciso di fare questo percorso inizialmente mi sono rivolta al dott. Luciano Ditri del Centro Iperbarico di Vicenza, perché più vicino a casa mia, poi lui mi ha indirizzato qui a Ravenna.
Quante sedute di terapia iperbarica dovrai fare e come passi il tempo in camera iperbarica?
Devo fare una camera iperbarica al giorno per quattro settimane, per un totale di 40 sedute. In camera iperbarica di solito penso, rifletto e mi rilasso: anche nella vita di tutti i giorni sono una persona molto riflessiva, poi devo dire che la camera iperbarica a me concilia particolarmente il sonno!
Raccontaci qualcosa di più sulla tua passione per la pallavolo. Come è iniziata?
La mia passione è iniziata a 11 anni guardando Mila e Shiro, come tutte le bambine, e giocando per la squadretta del paese. Qui sono stata fortunata a incontrare un allenatore in gamba, che mi ha sostenuta fin da subito e devo ringraziare anche i miei genitori, che mi hanno sempre supportata: mi portavano a giocare tutti i giorni a Novara, a un’ora di auto da casa mia, e aspettavano che finissi di allenarmi per fare ritorno insieme. Poi, quasi improvvisamente, sono stata catapultata nel mondo dei professionisti: l’anno prima chiedevo autografi e l’anno dopo li facevo.
Dicci tre qualità che deve avere un bravo libero nella pallavolo
Pazienza, mantenere lucidità e cercare la perfezione, sempre. Il libero è un ruolo difficile soprattutto dal punto di vista mentale e io sono sempre stata testarda e puntigliosa, ho sempre cercato di arrivare al top. In un certo senso sono stata avvantaggiata perché fin da subito mi hanno allenato per questo ruolo, anche se ancora non esisteva (il ruolo del libero nella pallavolo è stato introdotto nel 1997, ndr)
Come ci si può fare male in campo?
Ci si può fare male in tanti modi: da quando gioco ho subito nove interventi. Ad esempio l’anno scorso, durante una partita in Cina, mi sono scontrata con un’altra ragazza e ho subito una frattura scomposta del quarto metacarpo. Gli altri problemi, invece, sono stati causati dal logoramento dovuto al molto sforzo e all’allenamento intensivo. Nel caso di questa osteonecrosi, invece, non so che dire: mi chiedo come sia possibile che nessuno se ne sia mai accorto prima. Ora spero solo di guarire velocemente!
Qual è ora punto il tuo obiettivo?
Ora il mio obiettivo è tornare a giocare il prima possibile, ho ancora tanti traguardi da raggiungere: innanzitutto vorrei vincere uno scudetto e poi vorrei partecipare alle prossime Olimpiadi, anche se ne ho già fatte due. Inoltre, ovviamente, nel mio futuro vedo anche una famiglia.
Cosa ti piace del Centro Iperbarico di Ravenna?
La cosa che mi piace di più è la cordialità: tutti sono disponibili e tutti sorridono, qui mi sento a casa. Quando una persona sta male trovare persone disponibili e piacevoli che ti accolgono è già di per sé una parte della cura. Ecco, qui mi curano un po' anche con le coccole!