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Il Centro Iperbarico di Ravenna ai tempi del COVID-19

Scritto da Redazione Centro Iperbarico di Ravenna il 21/ 05/ 2020

Il Centro Iperbarico di Ravenna viene indicato come riferimento in Italia e nel mondo per l’organizzazione e la qualità del servizio offerto.

In questi mesi di emergenza COVID, il Centro ha riorganizzato completamente la propria attività per garantire la sicurezza di tutti gli utenti, dipendenti e collaboratori, nel pieno rispetto delle direttive anti-contagio.

Gli utenti hanno finora gradito l’approccio basato, principalmente, sul rispetto attento delle procedure per evitare la contaminazione crociata del virus.

In prima istanza la tele-consulenza. La segreteria verifica a distanza (tramite telefono o email) che non vi sia consapevolezza di sintomi per COVID-19 o di contatto con pazienti positivi al virus SARS-CoV-2. Il medico del Centro, sempre a distanza, si accerta che la terapia possa effettivamente essere utile al paziente, evitando il viaggio inutile nel caso contrario. Sono direttamente ammessi, senza tele-consulenza, i pazienti che abbiano già la prescrizione con indicazione di priorità urgente (U) e breve (B) oppure che siano ricoverati in Ospedale o Casa di cura.

Quando l’utente arriva al Centro, accede obbligatoriamente attraverso uno solo dei tre abituali ingressi. Qui il primo aspetto che nota è l’attenzione all'educazione sanitaria. Un cartellone sintetizza le raccomandazioni essenziali da rispettare per la sicurezza propria e degli altri. Inoltre, dovrà passare obbligatoriamente dal punto di sorveglianza (check-point), dotato di scanner per misurare la temperatura. braccialeSuperato il controllo, riceve un braccialetto rosso senza il quale non può accedere al Centro né eseguire le prestazioni. Tutti indossano la mascherina chirurgica e devono disinfettare le mani in una delle tre postazioni messe a disposizione. igiene maniIl personale del Centro controlla le aree comuni e i corridoi evitando assembramenti di persone. Lo staff che assiste i pazienti indossa maschere, occhiali o visiere, il camice o la tuta. Nelle camere iperbariche, i pazienti sono separati da pannelli in policarbonato ignifugo (classe I) e respirano, per tutta la durata del trattamento, nella maschera oronasale ricevuta in consegna al primo accesso e al termine di ciascuna terapia iperbarica per poterla disinfettare a proprio piacimento. L’utente, finito il trattamento, indossa la maschera chirurgica ed esce dal Centro.

Potrebbe il virus essere presente nell’ambiente della camera iperbarica o contaminare le tubazioni? No. Per evitarlo, è stato posizionato come barriera un filtro che trattiene il virus tra il circuito di espirazione e la linea metallica di scarico dei gas. È stato aggiunto un dispositivo (riduttore bassa / bassa pressione) affinché il paziente possa ricevere la terapia appropriata (costituita dall’alternanza di periodi di respirazione in ossigeno con periodi di respirazione in aria medicale), senza mai togliere la maschera ed evitando di respirare l’aria comune dell’ambiente chiuso. La camera iperbarica è disinfettata dopo ogni utilizzo e al termine della giornata lavorativa.98212250_2795673147196952_2060947839466340352_o

Negli ambulatori per la cura delle lesioni cutanee del Centro Cura Ferite Difficili  (CCFD), lo staff indossa i dispositivi di protezione (copricapo, guanti, occhiali o visiera, maschera, camice o tuta) e la postazione di medicazione viene disinfettata accuratamente tra un paziente e il successivo.

Nell’ambulatorio per l'idoneità medica all’attività subacquea, i dispositivi medicali utilizzati sono disinfettati. Per esempio, durante le prove di funzionalità respiratoria, lo spirometro è protetto da un filtro che trattiene il virus e la sua turbina viene disinfettata ad ogni utilizzo e a fine giornata.

In sintesi, il principio base adottato per garantire la sicurezza è assicurare che – per quanto ragionevolmente possibile - chiunque entri nel Centro sia esente dal contagio da SARS-CoV-2 e non abbia l’infezione COVID-19. Le procedure elaborate per ridurre la contaminazione crociata (cross contamination), cioè la possibilità del virus di passare da una persona all’altra attraverso il contatto o la condivisione di oggetti, sono rigidamente rispettate.

Come si è riusciti ad essere all’avanguardia nella tutela del paziente in periodo COVID-19?

«Siamo partiti presto e abbiamo reagito correttamente – riflette il direttore sanitario del Centro, Pasquale Longobardi che è Presidente della Società Italiana di Medicina Subacquea e Iperbarica (SIMSI) e membro del Consiglio direttivo della European Committee for Hyperbaric Medicine (ECHM) – Il Centro ha alle spalle esperienze ultradecennali in diversi progetti di ricerca». Grazie alla collaborazione con l’ECHM, la SIMSI e inoltre con la European Underwater and Baromedical Society (EUBS), la Società Italiana di Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI), l'Associazione Nazionale Centri Iperbarici Privati (ANCIP) e l'Associazione dei Pazienti Trattati in Iperbarismo (AS.PA.T.I.) per l'elaborazione del documento di posizionamento sull’uso della Ossigenoterapia Iperbarica (OTI)  per il trattamento di pazienti COVID-19, si è arrivati a individuare tutti i possibili percorsi del virus nel Centro e le procedure per contrastare la contaminazione crociata (cross contamination).

Il nuovo protocollo del Centro Iperbarico di Ravenna

  1. L’accesso al Centro avviene previo appuntamento, al quale segue una tele-consulenza per escludere la consapevolezza di contagio e per verificare la reale utilità delle prestazioni offerte dalla struttura.
  2. Presentarsi massimo 10 minuti prima dell’appuntamento per evitare assembramento.
  3. All’ingresso, leggere il cartellone con le raccomandazioni da rispettare per la sicurezza propria e degli altri.
  4. L’accesso è possibile solo dopo la certificazione dello stato di salute (triage) effettuata dal nostro personale. Viene applicato un braccialetto rosso, in assenza del quale è impossibile l’erogazione delle prestazioni in catalogo.
  5. Si accede solo con mascherine di protezione. I propri guanti (quelli che eventualmente indossa l’utente) vanno gettati via.
  6. È obbligatorio igienizzarsi le mani appena entrati al Centro Iperbarico (vi sono tre postazioni). Non è consentito igienizzare i guanti.
  7. Non è consentito l’accesso agli accompagnatori (ad esclusione di accompagnatori di invalidi, minorenni o persone non autosufficienti).
  8. È necessario rispettare la distanza di sicurezza di almeno 1 metro fra le persone. Nell’area d’attesa del Centro sono predisposte le sedute, in modo da garantire uno spazio di 3 mq per persona. Il personale del Centro potrà chiedere di evitare assembramento.
  9. È stato aumentato il tempo previsto per ciascuna prestazione (visite mediche e attività ambulatoriali) per evitare l’assembramento nell’attesa.
  10. Le camere iperbariche sono state dotate di pannelli in policarbonato ignifugo per la separazione fra una postazione e l’altra. Un filtro che trattiene i virus è stato posizionato tra il circuito espiratorio e la linea metallica del gas di scarico, in modo da evitare di liberare eventuali virus nell’area circostante il Centro. Un dispositivo (riduttore bassa / bassa pressione) consente al paziente di indossare la maschera oronasale, attraverso la quale si respira l’ossigeno iperbarico, per tutta la durata del trattamento senza mai toglierla. La corretta terapia che prevede l’alternanza tra respirazione in ossigeno puro e aria medicale è garantita dal tecnico iperbarico che attiva il dispositivo.
  11. Il paziente riceve, al primo trattamento, la maschera oronasale (quella necessaria per respirare l’ossigeno in camera iperbarica). Dovrà consegnarla al tecnico per ogni terapia, in modo che egli possa connetterla al circuito respiratorio. Al termine del ciclo di terapia, la maschera sarà restituita dal paziente al tecnico per procedere alla sua sterilizzazione.
  12. Si è provveduto a responsabilizzare tutto il personale all’adozione di misure di igiene e di distanza interpersonale raccomandate, non solo sul lavoro ma anche nella vita quotidiana.

È stata disposta una procedura per gestire l’eventuale presenza di un caso sospetto o confermato COVID-19.

Questo è il modo in cui stiamo lavorando e crediamo sia quello più sicuro possibile sia per i nostri pazienti, sia per i lavoratori del Centro, al fine di garantire il diritto alla salute delle persone che si sono rivolte a noi per curarsi.

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